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Cedolare secca sugli affitti, rinvio di una settimana Slittano di una settimana i termini per il voto del parere della Commissione bicamerale sul DLgs. in materia di federalismo municipale

Le critiche mosse dai Comuni e le perplessità sul nuovo testo evidenziate dall’opposizione fanno slittare di una settimana i termini per il voto del parere della Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale sullo schema di DLgs. in materia di federalismo municipale. La decisione è stata annunciata ieri dal Ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli, al termine del Consiglio dei Ministri. Il Governo concede quindi una settimana per approfondire il decreto: la Commissione, rispetto al 26 gennaio inizialmente previsto, avrà più tempo per l’esame dello schema, che dovrebbe essere comunque votato mercoledì 2 febbraio.
Prorogato a lunedì 24 anche il termine per la presentazione di proposte di modifica alla proposta di parere presentata dal relatore in Commissione Enrico La Loggia.Proposte di modifica che non mancano, così come i nodi critici, anche se, tra le misure previste, l’introduzione di una cedolare secca facoltativa, quale regime alternativo a quello ordinario di determinazione del reddito fondiario per le persone fisiche proprietarie di immobili a uso abitativo locati, avrebbe dovuto partire nel 2011 e, sempre a decorrere da quest’anno, per i contratti concordati, nei Comuni ad alta densità abitativa, dovrebbe sostituire l’imposta di registro.
La misura, del resto, non è esente da critiche. Anzi sia il Pd sia il c.d. “Terzo Polo” stanno lavorando a una serie di proposte di modifica. In merito alla cedolare secca sugli affitti, per il senatore Mario Baldassarri così com’è, con la doppia aliquota del 23% per i contratti a canone libero e del 20% per i contratti concordati, è “scoperta e poco praticabile”.
Tra le proposte di modifica, doppia aliquota al 20% e al 15%
L’idea sarebbe quella di una tassazione con aliquota del 20% sui canoni liberi e del 15% su quelli concordati. Nel prendere atto, infatti, della nuova stima della perdita di gettito, dall’introduzione della misura, pari a 1 miliardo di euro, invece dei 2,8 previsti lo scorso luglio, la copertura potrebbe essere garantita dalla previsione, contenuta nel DL 78/2010, di una riduzione della spesa per consumi intermedi delle amministrazioni pari al 5%. Tale risparmio di spesa, quantificato in circa 2,8 miliardi di euro, se usato a compensazione della perdita di gettito per il 2011 derivante dalla cedolare secca, consentirebbe di avere a disposizione 1,8 miliardi per le detrazioni degli affitti dal reddito, oltre a garantire una maggiore emersione di gettito.
Proposte di modifica anche sulla tassa di soggiorno, che andrebbe fatta a percentuale e riferita al tipo di struttura in cui si alloggia, nonché sulla compartecipazione all’IRPEF dei Comuni, attualmente fissata al 2%: è infatti considerata una misura migliore l’introduzione di una compartecipazione all’IVA.
Soddisfazione è stata espressa dall’ANCI, che, in un documento, ha presentato i principali profili critici. Partendo dal presupposto che la disciplina transitoria, prevista dallo schema di DLgs. per gli anni 2011-2013, non contiene quelle risposte in materia di autonomia più volte richieste dai Comuni che potevano consentire di recuperare, anche se parzialmente, i tagli alle risorse prodotti nel 2010, come lo sblocco dell’addizionale IRPEF, il contributo di soggiorno e la devoluzione dell’incremento di gettito dei tributi immobiliari attribuiti ai Comuni e che nel testo manca una regolamentazione della perequazione, dalla quale dipende la tenuta dell’assetto che la L. 42/2009 ha definito, l’ANCI ritiene infatti che debbano essere inserite integrazioni per:
- sbloccare da subito il potere di modificare o introdurre l’aliquota dell’addizionale comunale all’IRPEF;
- prevedere che l’incremento di gettito dei tributi devoluti resti nei Comuni ove esso è prodotto;
- prevedere l’immediata possibilità di applicare il contributo di soggiorno per tutti i Comuni e riportarlo ai valori già individuati nella legislazione vigente;
- stabilire modalità che consentano di decidere congiuntamente – Governo, Parlamento e Comuni – le aliquote di compartecipazione ai tributi immobiliari, all’IRPEF, alla cedolare secca nonché di avere certezza e stabilità per l’aliquota dell’IMU da fissare nel decreto;
- consentire una effettiva analisi della base imponibile e del gettito dell’IMU come modificata nella nuova versione e la conseguente aliquota di equilibrio;
- consentire una rapida definizione della disciplina della TARSU-TIA – salvaguardando il ruolo e le funzioni dei comuni in tema di gestione dei rifiuti – e dell’imposta di scopo, eliminando il rinvio a nuovi decreti integrativi.

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