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Sulla mediazione pressing degli avvocati A parere del Consiglio nazionale forense, sono opportune alcune modifiche per una migliore disciplina e organizzazione della stessa

immagineLa mediazione così come prevista dal DLgs. 28/2010 è ancora al centro di osservazioni da parte del mondo forense.
A tal proposito, il Consiglio nazionale forense ha indetto per oggi una riunione con i Presidenti dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati il cui ordine del giorno prevede, oltre alle valutazioni degli esiti del XXX Congresso Nazionale Forense, anche la “mediazione: iniziative istituzionali del CNF per le modifiche opportune volte a ottenere una migliore disciplina e una migliore organizzazione della stessa” (cfr. circ. CNF del 21 dicembre 2010 n. 33-C-2010).

Inoltre, è di pochi giorni fa (13 gennaio) l’incontro informale fra il Ministro della Giustizia Alfano e il Presidente e alcuni consiglieri del CNF, nonché i Presidenti degli Ordini Forensi maggiori e delle Unioni regionali. Fra le problematiche di ordine attuativo illustrate dal Presidente del CNF, Guido Alpa, ostative all’entrata in vigore del nuovo sistema (previsto per il 20 marzo prossimo) – si legge nel comunicato stampa CNF del 13 gennaio 2011 – l’indisponibilità delle aule presso i Tribunali, la carenza di personale e risorse, l’esiguo numero di conciliatori, la difficoltà già riscontrata dagli organismi di conciliazione a dotarsi di copertura assicurativa, la ristrettezza dei tempi per organizzare un servizio efficace e utile per i molti procedimenti previsti. Si attendono nei prossimi giorni le determinazioni del Ministro in proposito.
D’altro canto, anche l’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana (OUA) si è fatto sentire. Il Presidente De Tilla, in particolare, in una lettera rivolta a tutte le istituzioni e associazioni forensi, ha segnalato la necessità di un’iniziativa comune.
Ha ricordato De Tilla che dalla mozione approvata all’unanimità al XXX Congresso Nazionale Forense è emerso il dichiarato intento all’abrogazione dell’obbligatorietà del ricorso alla mediazione quale condizione di procedibilità dell’azione e, nelle more, al differimento dell’entrata in vigore del DLgs. 28/2010, in attesa delle modifiche così individuate:
- abrogazione della previsione di annullabilità del mandato per omessa comunicazione preventiva al cliente della possibilità della conciliazione;
- previsione dell’obbligatorietà della difesa tecnica;
- previsione di un periodo di sperimentazione per valutarne i vantaggi e le problematiche;
- abrogazione della previsione di una proposta del mediatore in assenza di una congiunta richiesta dalle parti;
- abrogazione di tutte le disposizioni che stabiliscono un collegamento tra la condotta delle parti nel procedimento di mediazione e il processo;
- previsione della competenza territoriale per gli organismi di conciliazione in correlazione a quella del giudice competente per legge.
“La crisi della giustizia non si risolve con provvedimenti tampone”
“La crisi della giustizia – si legge nella lettera – non si risolve con provvedimenti tampone o con l’introduzione a forza di sistemi obbligatori di media-conciliazione, ma necessita di interventi strutturali a livello legislativo e organizzativo, e l’istituto della mediazione, così come concepito, appare non corrispondente alle direttive europee in merito, nonché in palese contrasto con i principi costituzionali del nostro ordinamento”.
Tra le altre iniziative, il Presidente De Tilla ha segnalato la presentazione al TAR, da parte dell’OUA insieme ad alcuni Consigli dell’Ordine e Associazioni Forensi, di un ricorso contro il regolamento attuativo che “dequalifica la figura del media conciliatore”.

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