Comunicato stampa su contributo di solidarieta' dovuto dai pensionati Dottori Commercialisti
La nuova pronuncia della Corte di Cassazione, contro il cosiddetto contributo di solidarietà, che la Cassa di Previdenza dei Dottori Commercialisti applica nei confronti delle coorti generazionali privilegiate nelle modalità di calcolo della rendita pensionistica, costituisce l'ennesima riprova di una giurisprudenza ancor più sorda e sclerotizzata della politica rispetto un tema cruciale per la coesione sociale, quale quello dell'equità intergenerazionale.
La nuova pronuncia della Corte di Cassazione, contro il cosiddetto contributo di solidarietà, che la Cassa di Previdenza dei Dottori Commercialisti applica nei confronti delle coorti generazionali privilegiate nelle modalità di calcolo della rendita pensionistica, costituisce l'ennesima riprova di una giurisprudenza ancor più sorda e sclerotizzata della politica rispetto un tema cruciale per la coesione sociale, quale quello dell'equità intergenerazionale.
I giudici, dimostrando, nella migliore delle ipotesi, di non avere la più pallida idea delle tematiche oggetto della sentenza, motivano il proprio convincimento contrario alla legittimità del contributo di solidarietà (anche dopo le modifiche normative risalenti al 2007, introdotte dal legislatore apposta per sanare i vizi giuridici ritenuti esistenti relativamente alla precedente "edizione" del medesimo contributo) argomentando l'idoneità del contributo medesimo a incidere negativamente sul diritto soggettivo di ciascun pensionato di percepire una pensione commisurata ai contributi effettivamente versati.
Si potrebbe parlare di beffa, se non si dovesse parlare di scandalo.
Il contributo di solidarietà esiste proprio perché, mentre per le giovani generazioni la pensione e' integralmente commisurata ai contributi effettivamente versati, per quelle meno giovani non è così e ciò consente, a parità di condizioni, trattamenti pensionistici più favorevoli.
Se i Colleghi che soggiacciono al contributo di solidarietà lo trovano indigesto, provino a calcolare cosa percepirebbero di pensione se anche per essi fosse applicato per intero il calcolo contributivo che si applica ai più giovani: vi è di che essere certi che, nonostante i timori della Cassazione, preferiranno mille volte di rimanere nella situazione in cui si trovano, contributo di solidarietà compreso.
E' proprio per questo che la sentenza della Cassazione costituisce un vero e proprio scandalo; secondo soltanto a quello di chi, pur consapevole di vedere almeno in parte tutelato un diritto che altri finanziano e non potranno a loro volta acquisire, presenta il ricorso per la restituzione del contributo.
L'Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili chiede ai vertici della previdenza di Categoria di attivarsi in tutte le competenti sedi per studiare accorgimenti normativi che siano una volta per tutte risolutivi e a prova di questa Suprema Corte di (in)Giustizia.
Come sempre, l'Unione darà il suo contributo.